Ci siamo. Il primo Slam della stagione è appena iniziato e malgrado “il tennista più vincente della storia” ritenga che Sinner sia più adatto alle piste da sci (si scherza, vero?), sarà proprio l’altoatesino il favorito numero uno per la vittoria del titolo. Solo un matto, un rosicone (à la Kyrgios) o qualche simpaticone (tipo Wilander?) con la voglia di far parlare (male) di sé, potrebbe mettere in dubbio questa palese evidenza.
Anche per i bookmakers la tendenza è chiara: la vittoria di Sinner è data a 2,50, mentre quella dei suoi avversari più pericolosi “solo” a 4,50 (Carlos Alcaraz) e a 5,50 (Novak Djokovic). Seguono da lontano Zverev (13), Medvedev (17) e Fritz (30). Tutto molto logico, a mio avviso, per almeno tre motivi:
1. La costanza
Ormai lo sappiamo a memoria: Jannik Sinner è reduce da una stagione straordinaria. Esclusa la Coppa Davis, nel 2024 ha vinto otto tornei (tra cui due Slam e le Finals), ha perso solamente 6 delle 73 partite che ha giocato (92% di vittorie), si è aggiudicato più di 4mila punti in più rispetto ai suoi diretti inseguitori (Zverev e Alcaraz) ed è imbattuto da 17 partite - senza contare quelle di Coppa Davis e le esibizioni varie ed eventuali (vinte tutte pure quelle). Questi i dati implacabili che fanno di lui il tennista più costante del circuito, una caratteristica che - come disse Ivan Ljubicic, ex allenatore di Federer, - “è il segno dei campionissimi”.
Non si può dire lo stesso del suo avversario più temibile, Carlos Alcaraz: 52/11 il suo bilancio nel 2024, sul quale gravano delle sconfitte pesanti e inattese, tra cui quella al Queen’s contro Jack Draper, quella a Cincinnati contro il veterano Gaël Monfils e soprattutto quella al secondo turno dello US Open contro l’olandese (triste) van de Zandschulp. Il campione spagnolo, tutto genio e sregolatezza, ha sempre evidenziato uno stato di forma fluttuante, umorale ed è talvolta sembrato un po’ appannato a inizio e fine stagione, tanto quanto irresistibile nel mezzo, sulle superfici naturali.
Anche il 2024 di Novak Djokovic è stato tutt’altro che esaltante. Il serbo aveva un unico obiettivo - l’oro olimpico - ed è riuscito a raggiungerlo, al termine di una battaglia leggendaria contro Alcaraz sul Philippe Chatrier. Tutto il resto - la semifinale a Melbourne e la finale a Wimbledon un mese dopo l’operazione al ginocchio - è stato grasso che cola e comunque niente male per un atleta di 37 anni che ha già vinto tutto e il contrario di tutto. Dubito, però, che possa ancora essere un serio contendente al titolo negli Slam anche nel 2025.
Attualmente, l’unico in grado di rivaleggiare con Sinner sulla costanza nei risultati è Alexander Zverev, l’attuale numero due al mondo. Per il tedesco, però, è arrivato il momento della verità. Ora che dei “Fab Four” - l’incubo della sua carriera - resta solo un Djokovic in versione titoli di coda, il giocatore-senza-Slam più forte dell’era Open non ha più scuse: deve assolutamente vincere un major. Ma il problema, nel suo caso, è proprio questo: il tennista di Amburgo è tutt’altro che impeccabile nel gestire la pressione - si esprime meglio quando veste i panni dell’outsider - e probabilmente il torneo in cui si giocherà il tutto per tutto sarà il Roland Garros, su una superficie che tollera meglio le sue ritirate difensive tipiche di quando se la fa nelle mutande.
Sinner, però, è molto più di un giocatore costante: dalla fine del 2023 il campione italiano non ha mai smesso di progredire in quasi tutti i reparti del suo gioco. Chi ha assistito alle partite di esibizione a Melbourne ha sottolineato - anche con un certo sollievo - che il suo tennis è in continua evoluzione e che sta diventando ancora più vario e imprevedibile. A rigor di logica - ed escludendo eventuali imprevisti - si fa fatica a ipotizzare e a giustificare razionalmente un improvviso calo di rendimento a poche settimane dal suo dominio incontrastato sul circuito. Certo, c’è il solito problema “doping” là fuori (l’udienza in seguito al ricorso della WADA è stata fissata per il 16 e 17 aprile e l’annuncio è arrivato con il peggior tempismo possibile), ma Sinner ha già ampiamente dimostrato di saper giocare (ad altissimi livelli) con una spada di Damocle sulla testa per quasi un’intera stagione, apparendo impermeabile anche alle martellanti - e scorrette - dichiarazioni a microfono aperto di quella fogna di Kyrgios, nonché alle frecciatine estemporanee degli altri colleghi - un po’ rosiconi anche loro.
2. La superficie
Jannik Sinner è il re del cemento. Con 53 vittorie su 56 match giocati, l’altoatesino ha fatto registrare la terza miglior annata sul duro dal 1990 a oggi, superato solo da Roger Federer nel 2005 e nel 2006. Oltre ad aver vinto i due Slam su cemento - solo altri tre tennisti (Wilander, Federer e Djokovic) erano riusciti a farlo nello stesso anno -, nel 2024 ha rimediato 5mila punti in più del secondo tennista più forte su questa superficie (Zverev). I dati parlano chiaro. Se fossimo alla vigilia del Roland Garros o di Wimbledon sarei stato più cauto - più per i meriti dei suoi rivali, tra l’altro, che per eventuali demeriti di Sinner. Ma è evidente che a Melbourne, con il suo servizio devastante, i sanguinosi colpi di frusta da fondo su entrambe le diagonali e l’asfissiante gioco d’anticipo, sarà perfettamente a suo agio e in grado di dominare (quasi) chiunque pur non essendo al 100%.
3. Il tabellone




È inutile girarci intorno: stavolta il sorteggio è stato fortunato. Sinner è nella parte alta del tabellone, che sulla carta è decisamente più accessibile di quella bassa. Oltre all’esordio (insidioso) con Jarry - soprattutto se il cileno sarà in giornata -, vanno segnalati i probabili ottavi contro Rune (ancora in crisi), Hurkacz (ora allenato da Lendl) o Berrettini (mi sembra improbabile); i quarti contro il martire (di casa) de Minaur o il redivivo Tsitsipas; e i soliti Fritz o Medvedev in semifinale. Insomma, si tratta pur sempre di uno Slam, ma poteva andare molto peggio. Con Alcaraz, Djokovic e Zverev dall’altra parte, è difficile pronosticare che Sinner non riesca ad arrivare in finale. Anzi, con ogni probabilità potrebbe arrivarci con più benzina rispetto ai suoi potenziali avversari, che qualche livido e qualche ora in più di gioco tra quarti e semifinali saranno costretti a portarseli dietro. E non è poco: ricordiamo cosa accadde con Medvedev lo scorso anno, quando - reduce da due match finiti al quinto set - non riuscì a chiudere subito la partita e si sciolse completamente dalla fine del terzo set.
Il motivo per cui Jannik potrebbe perdere, invece, è uno solo:
1. Carlos Alcaraz
Lo spagnolo è stato uno dei pochi (con Medvedev, Tsitsipas e Rublev) a battere l’italiano nel 2024. Se gli altri casi - soprattutto la sconfitta contro Tsitsipas in semifinale a Montecarlo (!!!) - possono essere catalogati come episodi aneddotici, Alcaraz, invece, è riuscito a vincere ben tre volte su tre: una in semifinale al Roland Garros e due volte sul cemento (Indian Wells e Pechino) - sempre al termine di sfide combattute col coltello tra i denti.
Carlos ha già dichiarato che l’Australian Open sarà il suo obiettivo principale della stagione. E ci credo: vuole vincerlo per diventare il più giovane tennista della storia a completare il “Career Grand Slam”. La motivazione, quindi, c’è. La cazzimma pure. E sappiamo quanto questi elementi siano indispensabili affinché Alcaraz giochi il suo miglior tennis. Carlos era stanco a fine stagione, scarico, abbacchiato, ma ora dovrebbe aver ricaricato le batterie. Di certo non si è limitato a passare tutto il tempo disteso su un’amaca: tra un’esibizione e l’altra, ha trovato il tempo per perfezionare il suo servizio, lavorando in particolare sul lancio della pallina con quel volpone del suo coach Juan Carlos Ferrero. Vedremo fin dal primo match se il nuovo servizio sarà in grado di fare la differenza.
Detto questo, ne siamo tutti consapevoli: sulla partita singola - e soprattutto al meglio dei cinque set - Alcaraz è in grado di battere chiunque, Sinner compreso, ma come detto la strada verso la finalissima sarà lunga, faticosa e piena di insidie. Ci vorrà veramente il miglior Alcaraz, dall’inizio alla fine del torneo. Quello che tutti aspettano, ma io un po’ meno.
Sono molto d'accordo con la tua analisi nonostante in cuor mio io abbia paura di un Medvedev nel tabellone principale perché può sempre arrivare l'anno in cui il russo riesce ad interrompere la sfiga negli Australian Open. Non so quanto sia probabile, mi sembra un tennista forte ma che ad un certo punto fa fatica a gettare il cuore oltre l'ostacolo. Penso che il terzo set dello scorso anno se lo sogni ancora la notte, in generale, almeno per quello che riguarda gli Open, il 2024 è stata un'ottima stagione per lui. Senza titoli nei tornei inferiori, ma buonissima nei major. Alcaraz è la scheggia impazzita, d'accordo su Zverev. Per Sinner sarà comunque un anno inedito e vedremo quanto è grande davvero. E' la prima volta che deve difendere qualcosa, se l'anno va come deve andare saremo di fronte a dei risultati fuori di testa. Non che quello arrivato sino ad ora sia normale eh... Daje!
Secondo la logica Alcaraz è il suo unico potenziale rivale ma Jannik Sinner caratterialmente ha il sangue freddo di un alligatore ed un livello di concentrazione pari a quello di Nadal e Djokovic….non si farà distrarre da nulla e credo vivrà un fantastico quindicennio ai vertici alternandosi con Alcaraz a mio modesto parere. Sinner ha un ritmo molto alto, è forte mentalmente, Alcazar lo è fisicamente e tennisticamente gioca meglio lo slice, le volée. Sinner è più solido e quando serve piazza l'accelerazione vincente, la qualità del palleggio aggressivo da fondocampo. Dritto e rovescio di Jannik sono fucilate in costante accelerazione, con una capacità fenomenale di creare velocità di palla da ogni angolo del campo.Ripeto
la bravura di Alcaraz è indiscutibile..ma un cervello alla Sinner non si è mai visto, e,senza quello non puoi essere il numero uno al mondo e aspirare a diventare il più grande di sempre! Pertanto, non credo che Alcaraz possegga tutto questo potenziale. Al di la’ dei miei modesti pronostici vedremo. Forza Jannik 🦊❤️❤️❤️